Legge criminaleGiulia a parte qualche contusione esce illesa dall'incidente, ma il compito di Greco è quello di ucciderla anche all'interno dell'ospedale. Grazie all'intervento di Paolo e degli uomini del distretto, la Corsi si salva ancora una volta. L'ex capo scorta del giudice Corsi, visti i cattivi esiti dell'operazioni ed i rischi che ha corso, va a casa del suo capo minacciando l'uscita dal clan ed intima la liquidazione del suo denaro. Nel frattempo, in un night club, un uomo viene cacciato per ubriachezza molesta. Accorre una volante della polizia che porta con sé l'uomo, ma invece di portarlo in commissariato si ferma in un luogo appartato e il poliziotto che è al suo interno inizia a pestarlo ferocemente usando il manganello. Si scopre che quell'agente dai modi da "giustiziere della notte" altri non è che un meccanico chiamato Pietro Aprile e si spaccia per un poliziotto usando la divisa del padre, appartenente alle unità cinofile, rimasto ferito durante l'adempimento del dovere. Inoltre, la volante che usa è una volante di servizio in quanto la sua officina è convenzionata con la polizia. Saranno Luca e Roberto ad intercettarlo, scoprendo che non solo il giovane Pietro sognava da sempre di seguire le orme del padre facendo il poliziotto, ma quest'ultimo credeva anche che lo avessero ammesso mentre in realtà il ragazzo non era stato ammesso in quanto "in possesso di una personalità instabile". Luca e Roberto lo aspettano nel garage dove lavora, mentre Aprile porta l'ultimo "arrestato": un uomo che aveva tentato di accoltellare la moglie. Vistosi scoperto, Pietro lascia perdere la sua vittima e, prendendo la pistola d'ordinanza del padre, si spara un colpo alla tempia.