Welcome to the N.H.K.!Satō arriva nel luogo dove viveva Misaki e si fa portare sul promontorio da un tassista, il quale gli fa domande e teme che si voglia suicidare, ma è tranquillo perché "hanno finito i lavori". Satō si siede sul promontorio e pensa a voce alta; Misaki è già lì e lo sente. Lei dice di voler morire perché è convinta di non sentirsi amata e che anche la morte dei suoi genitori e i problemi degli zii siano colpa sua, rivela inoltre il vero scopo del progetto: dimostrare che almeno una persona al mondo aveva bisogno di lei, ma ha fallito dato che il ragazzo è uscito dalla sua condizione da solo. Satō nota una fasciatura a un polso della ragazza che confessa di aver tentato di uccidersi la sera prima e le dice che lui ha bisogno di lei e ne è innamorato, ma Misaki vuole ancora morire, lui le dice che è evidente che abbia scritto quel biglietto per far sì che lui lo trovasse, ma Misaki dice che non è così, l'ha scritto solo perché un messaggio prima del suicidio è importante, altrimenti, come è successo per sua madre, lo si confonderebbe con un incidente. Satō pensa che vivere porti solo nuove sofferenze, è meglio morire, ma dice comunque a Misaki che non può. Lei però prova a buttarsi dal precipizio, e Satō riesce ad afferrarla e riportarla su, quindi le dice che lei non ha alcuna colpa, e ricorda che l'1% dei complotti è reale; così le spiega che la colpa è di un'organizzazione malvagia chiamata NHK, che può essere acronimo di diverse parole, e se vuole lei può chiamarla "Dio". Satō immagina di trovarsi in una situazione simile a quella di un videogioco, in cui l'organizzazione è il nemico finale, un mostro in cui si trasformano le onde del mare, e il suo cellulare è una bomba che lo può distruggere, e dice a Misaki che lo sconfiggerà. Satō corre verso il mare e si rende conto di essere stupido a sacrificarsi per salvare la ragazza che gli piace, ma si butta ugualmente. Il ragazzo cade però su una rete che è stata installata intorno alla parete rocciosa per evitare i suicidi: di questo parlava il tassista e va su tutte le furie per non essere riuscito ad avere una morte drammatica, Misaki lo aiuta a tornare sul promontorio, dopo che si è calmato e lo porta nella sua vecchia casa, ormai abbandonata, dove si addormentano. Qualche mese dopo, in primavera, Satō continua a lavorare come agente del traffico e ad incontrarsi con Misaki nel parco, questa volta per aiutare lei con i compiti, dato che ha ripreso la scuola. Satō riceve due lettere: una è di Yamazaki, che scrive di aver accettato degli incontri combinati con delle ragazze, propostegli dai genitori, e di aver trovato subito una ragazza che gli piace; l'altra è di Hitomi, che gli comunica che è nato il suo bambino e vive in una casa lussuosa. Misaki offre a Satō un nuovo contratto, con cui si costituisce la NHK intesa come Nihon Hitojichi Kōkankai ("Ente giapponese scambio ostaggi"): chi vi aderisce lega la propria vita a quella di un altro, cosicché quando uno muore, debba morire anche l'altro; così, nessuno desidererà più di morire. Satō è convinto che questo non cambierà la vita, ci saranno ancora momenti in cui si dice "non ce la faccio", ma si supereranno: così, firma il contratto.