Il coraggio di parlareDon Matteo sta per celebrare un matrimonio e Nerino va da lui per chiedergli aiuto: siccome la pensione di sua nonna Elide non basta più per pagare l'affitto, il bambino e l'anziana hanno ricevuto un avviso di sfratto. Il prete decide di ospitarli entrambi in canonica: Natalina inizialmente è contraria, ma poi si convince.
Quella sera una donna giovane e bellissima, di nome Lenka, viene aggredita e picchiata da alcuni malviventi, i quali si introducono furtivamente anche nel negozio di suo marito Gino Rizzato per distruggere le ceramiche e gli altri oggetti. Lenka, con la faccia sanguinante, citofona a don Matteo e gli chiede aiuto. Natalina non può chiamare un'ambulanza perché il telefono della canonica è rotto da qualche settimana e non può nemmeno chiedere aiuto ai vicini perché sono tutti al matrimonio. Don Matteo decide allora di portare Lenka in ospedale con la bicicletta, ma durante il tragitto il prete e la donna passano proprio davanti al luogo dove si sta festeggiando il matrimonio e il fotografo ne approfitta per immortalare ciò che per le malelingue è la prova di una relazione scabrosa tra un sacerdote cattolico e una donna sposata. Gino arriva in ospedale e ringrazia don Matteo per il soccorso prestato a Lenka. Il prete spiega che è necessario andare dai Carabinieri per denunciare l'aggressione, ma sia Gino e sia Lenka insistono nell'affermare che si è trattato solo di una caduta dalle scale causata dai tacchi troppo alti.
Il mattino seguente, Gino trova il negozio messo a soqquadro e le ceramiche distrutte. Il maresciallo Cecchini vuole che Rizzato venga in caserma per sporgere denuncia, ma il ceramista afferma di non conoscere il responsabile di questo atto vandalico e che certamente si è trattato di un teppista ubriaco. Cecchini invece è convinto che Gino Rizzato gli stia mentendo, ma non può costringerlo a parlare. Nel frattempo Santini, il vicedirettore della Banca Popolare di Gubbio, entra nella chiesa di San Giovanni e nota un bellissimo quadro raffigurante la Madonna, e chiede a don Matteo il permesso di portarlo a restaurare e di affidarlo a un museo. Il sacerdote, però, gli risponde che quel quadro si trova lì da tantissimi anni, ed è giusto che rimanga in chiesa. Il fotografo del matrimonio ha intanto pubblicato le foto di don Matteo che va in giro in bicicletta di sera con Lenka, e in città inizia a spargersi la voce che il prete e la donna sono amanti. Il Vescovo Guido, preoccupato, convoca il suo amico sacerdote e gli fa capire che l'unico modo per fare del bene senza cacciarsi nei guai è agire con discrezione. Don Matteo spiega che i coniugi Rizzato hanno un grave problema, ma non vogliono dire a nessuno di cosa si tratta: per questo lui sta cercando di aiutarli. Il Vescovo afferma che la gente ha ancora dei pregiudizi e si lascia condizionare dalle apparenze, e che ciò potrebbe comportare per Don Matteo delle conseguenze molto gravi.
Il prete, però, non vuole smettere di aiutare i coniugi Rizzato, anche se le falsità su lui iniziano a diffondersi. Lenka va a confessarsi da Don Matteo e gli rivela che lei e suo marito sono perseguitati dagli usurai: qualche tempo prima il loro unico figlioletto aveva bisogno di essere operato in Svizzera, ma non avevano il denaro necessario. Poiché la banca non voleva concedergli un prestito, si sono rivolti a degli strozzini, che hanno prestato loro cinquanta milioni di lire. Ora il figlio sta bene ed ha cinque anni, ma gli strozzini pretendono il pagamento di interessi elevatissimi e hanno minacciato anche di fare del male al bambino. Don Matteo vorrebbe che Gino e Lenka denunciassero gli usurai, ma i due coniugi hanno troppa paura. La gente invece si è convinta che Lenka tradisce suo marito con Don Matteo.